Come superare l’ansia degli esami di maturità

Ogni anno migliaia di studenti del quinto anno di liceo sanno che, prima di pensare all’estate e quindi al mare e al relax, dovranno avere a che fare con l’inevitabile esame di maturità. Sanno di dover trovare un argomento adeguato per la loro tesina e di dover trovare anche i soliti collegamenti per quel determinato argomento. Poi il ripasso del programma di tutte le materie, perché non si sa mai cosa potrebbe chiedere il professore esterno o il presidente. Di certo, avendo 18 anni, il pensiero degli alunni durante tutto l’anno scolastico non sarà stato “studio bene adesso, per trovarmi avvantaggiato dopo”. Quindi, ANSIA. La parola che si sente uscire per il 99% del tempo dalla bocca di questi studenti dal mese di maggio fino all’inizio degli esami.   A volte è più facile a dirsi che a farsi, ma mantenersi organizzati e iniziare la preparazione dell’esame in anticipo, può davvero aiutare a tenere sotto controllo i nervi. Il procrastinare è il passatempo preferito della gente (come abbiamo già visto negli articoli precedenti), ma ad un certo punto arriva il momento di costringersi a una routine, anche se questo significa guardare un minor numero di episodi della propria serie preferita o rinunciare al proprio hobby per quel periodo.   Di seguito dei semplici consigli per prepararsi al meglio: -Crea un programma delle cose che devi fare, e organizzarle in modo che siano più gestibili. Sfrutta al massimo il tempo che resta. Una tabella di marcia è fondamentale una tabella, divisa in tappe, con un orario di lavoro giornaliero che preveda l’alternanza tra materie pesanti e leggere. -Trova una tesina originale. Infatti questa è un biglietto da visita che serve per rompere il ghiaccio. Meglio non scegliere un classico come la Seconda guerra mondiale, né qualcosa di banale e scontato. Una volta individuato l’argomento, fai una mappa concettuale per collegare le materie. -Evita di “prendere in prestito” tesine già fatte, che siano di un amico o prese da internet. Potrebbero mettere a rischio il tuo esame. Ad esempio, potrebbero contenere argomenti che non hai studiato o che non c’entrano assolutamente nulla con l’argomento principale. -Se non sai qualcosa, non arrampicarti sugli specchi: meglio dire un “in questo momento non lo ricordo”, piuttosto che cercare di fare un discorso sperando di azzeccare la domanda che ti hanno posto. Può essere controproducente, rischi di infilarti in un vicolo cieco. -No a sonniferi o tranquillanti. Sono pericolosi. Aiutati con lo yoga o pratica la meditazione. Questi focalizzano la mente e con gli esercizi di respirazione ritroverai la calma persa. -No anche a troppi caffè e al cibo spazzatura. L’alimentazione è importante, quando ci si prepara a un esame. Chi sbaglia rischia di trovarsi appesantito, poco concentrato, di pessimo umore. -Studia insieme ai tuoi compagni di classe, magari non per tutta la giornata. Potrebbe aiutarti. In ogni modo, ognuno ha un metodo di studio diverso, e ciò che funziona per una persona non sempre funziona bene per gli altri. Mentre i tuoi compagni potrebbero divertirsi a studiare tutti insieme, non sentirti in dovere di unirti a loro se sai che ciò potrebbe non funzionare per te. Potresti anche trovarti a lavorare meglio in determinati momenti della giornata (o della notte). Se è così, ascolta il tuo istinto e studia quando ti senti più vigile.   Ma non si tratta solo di studio, studio, studio. Tutti hanno bisogno di una pausa, e una volta che ci si è organizzati in modo adeguato, si possono programmare le pause per il divertimento e il relax. Ci sono molte cose che puoi fare per ridurre lo stress, e la maggior parte di queste sono gratuite. Potrebbe sembrare una cosa scontata, ma dormire bene la notte, bere molta acqua, fare un po ‘di esercizio fisico e mangiare bene contribuiscono a uno stato mentale equilibrato. Se stai vivendo di bevande energetiche e stai sveglio tutta la notte a studiare, questo potrebbe peggiorare una situazione già critica. Se ti trovi completamente sopraffatto dalle cose da fare, non aver paura di chiedere aiuto. I tuoi insegnanti dovrebbero essere in grado di offrire un’assistenza aggiuntiva, in particolare se ci sono argomenti particolari che trovi confusi.

Come eliminare la scusa del “Non ho tempo!”

Tutti noi, abbiamo una giornata composta da ventiquattr’ore e ognuno le divide in base agli impegni, al lavoro, agli hobby. Però c’è una frase che molti dicono spesso: “Non ho abbastanza tempo”. “Mi piacerebbe davvero uscire dal mio ufficio e parlare con i nostri dipendenti, ma non ho tempo.” “Sarebbe bello riunirsi e passare del tempo insieme, ma non so dove troverò il tempo.” “Dovremmo fare più cose divertenti in coppia. Ma con i nostri programmi, non c’è tempo. ” “So che dovrei iniziare ad andare in palestra. Devo liberare un po ‘di tempo. ” Il problema non è la mancanza di tempo, è una mancanza di chiarezza. La maggior parte delle persone vuole più tempo ogni giorno, lo incolpa per tutte le incompletezze, inefficienze, mancanza di produzione, mancanza di felicità e relazioni interrotte. Purtroppo, la maggior parte delle volte non ci rendiamo conto che TUTTI abbiamo la stessa quantità della cosa più preziosa della nostra vita: il TEMPO. Abbiamo 24 ore, come Elon Musk, a capo di grandissime imprese. Abbiamo 24 ore, come Jason Fried e David Heinemeier Hansson, che guidano un’azienda con più di 100.000 clienti paganti, pubblicano libri bestseller e hanno ancora tempo da trascorrere con le loro famiglie e per praticare il loro l’impressionante lavoro. Potrei scrivere il nome di un milione di persone di successo, ma non è questo il punto. Quello che voglio farvi capire oggi, è che questi individui non hanno avuto giornate più lunghe delle nostre, non sono riusciti ad inventarle. Eppure, guardate gli obiettivi che hanno raggiunto e a che livello arriva la loro realizzazione. Ma cosa rende diverse le persone di successo? Certo, il talento gioca un ruolo molto importante in tutto ciò. Tuttavia, conosco alcuni fondatori di grande successo che non si considerano tutti così talentuosi, e che hanno iniziato con poco. Ma qualcosa che tutte queste persone che ho osservato hanno in comune è il fatto di essere tra le migliori al mondo a fare un grande uso del loro tempo. Riconoscono il valore che c’è in quelle 24 ore. Sprecano pochissimo tempo su cose che non contano, che non servono. Loro non direbbero mai “Non ho abbastanza tempo” per le cose importanti che potrebbero fare un’enorme differenza nella loro vita. Non passano metà della giornata lamentandosi di non avere tempo e non procrastinano (rimandano le cose da fare). Ad ogni modo, smettere di usare “Non ho abbastanza tempo” come scusa non è complicato. Tantissime persone usano questa frase e il più delle volte, è semplicemente un altro modo per dire “sembra troppo difficile” (e non voglio ammetterlo). È un’abitudine insidiosa in cui cadere, e sospetto che molti imprenditori che usano quella frase con me ci siano caduti. Quando qualcosa sembra difficile o spiacevole viene molto spontaneo dire “Non ho tempo per quello”, perché ci fa sentire meglio piuttosto che usare la frase “è difficile e non voglio impegnarmi”. Uno dei trucchi da usare è quello di sostituire il “Non ho abbastanza tempo” con un “non è abbastanza importante per me da fare adesso”. Sembra una cosa semplice (e lo è) ma è incredibilmente potente, ed ecco perché: Per le cose che in realtà non sono importanti, diventerai semplicemente più onesto sul perché non le stai facendo. Se non stai facendo una determinata cosa è perché non la consideri una priorità. Oppure, spesso capita di distrarsi con i social media come Facebook e Instagram, la TV o i videogiochi. A causa di questi infatti si sprecano minuti, ore e giornate preziosi. Piuttosto si potrebbe lavorare a dei progetti importanti. Spesso diciamo che vogliamo qualcosa, ma la realtà è che siamo semplicemente innamorati dell’idea di quella. Non vengono mai spese ore per realizzarla, perché non lo vogliamo abbastanza. Ma per quelle che potrebbero avere un grande impatto sul tuo business o sulla tua vita? Fare esercizio, assumere persone brillanti, fare marketing, avere una conversazione faccia a faccia con un membro del team? Credo che chiunque si sentirebbe stupido mentre si ripete che queste cose non sono abbastanza importanti da fare. Un altro trucco è quello di prendere in considerazione il proprio stipendio e dividerlo per le ore di lavoro, il risultato sarà il valore del proprio tempo. Hai sprecato due ore guardando un programma, in realtà privo di contenuti, in TV? Moltiplica il valore del tuo tempo per due e il risultato sarà il denaro perso. Ne è valsa la pena? Direi di no. Di certo, pur avendo questi trucchetti non avrete il tempo di fare tutto quello che volete. Le ore sono sempre 24 e questo comporta fare delle scelte. Mettere da parte qualcosa per far spazio a qualcos’altro. Un’azione che viene sottovalutata spesso è quella di organizzare le ore, i giorni, i mesi o gli anni. Può sembrare strano o addirittura esagerato, ma questa tecnica funziona davvero. Iniziando soltanto con le ore, vi sembrerà tutto più facile. Create una tabella per scrivere tutte le ore del giorno. Fatto questo, prendete tutte le cose da fare in quella giornata e posizionatele in modo giusto ed equilibrato. Un consiglio che vi do è quello di dormire 7-8 ore e di svegliarvi intorno alle 6:30/7:00. Infatti, facendo questo sacrificio vi accorgerete subito di essere molto più produttivi la mattina presto, piuttosto che nel pomeriggio o comunque nel resto della giornata. Potreste farvi anche una corsetta, in modo da far ossigenare il cervello e iniziare la giornata al meglio. Come scritto in “The Miracle Morning”: “Mattinate focalizzate, produttive e di successo generano giornate focalizzate, produttive e di successo allo stesso modo in cui da mattinate sconclusionate, poco produttive e mediocri derivano giornate sconclusionate, poco produttive e mediocri (e, in ultima istanza, una qualità della vita mediocre)”. Tutto dipende da come iniziate le vostre giornate.

La depressione: sintomi e cause

Tutti noi ogni tanto ci sentiamo tristi, lunatici o con il morale completamente a terra. Solitamente capita quando abbiamo qualche problema a lavoro, con il partner o in famiglia. In ogni caso, queste emozioni durano per un breve periodo di tempo. Alcune persone però provano queste sensazioni in modo intenso, per lunghi periodi (settimane, mesi o persino anni) e spesso senza una ragione apparente. Tutto ciò viene definito con una sola parola: depressione. Quest’ultima è più di un semplice umore: è una condizione grave che colpisce la salute fisica e mentale, influendo sul modo di sentirsi, di pensare e di agire di un individuo. Si perde l’interesse per le attività che una volta si ritenevano fondamentali per il proprio benessere, si preferisce passare il tempo in solitudine, e si riduce inoltre la capacità di una persona di svolgere il proprio compito al lavoro e in casa. Sebbene ci siano state molte ricerche in quest’area, c’è ancora molto che non sappiamo. La depressione non è solo il risultato di uno “squilibrio chimico”, ad esempio perché si ha una quantità eccessiva o insufficiente di una particolare sostanza chimica del cervello. È complicato e ci sono molteplici cause di depressione maggiore. Diversi fattori possono avere un ruolo in questa: -Eventi traumatici o stressanti -Parenti con una storia di depressione, disturbo bipolare, alcolismo o suicidio -Essere lesbiche, gay, bisessuali o transgender, o avere variazioni nello sviluppo degli organi genitali che non sono chiaramente maschili o femminili (intersessuali) in una situazione non supportata -Storia di altri disturbi di salute mentale, come disturbo d’ansia, disturbi alimentari o disturbo da stress post-traumatico -Abuso di alcol o droghe ricreative -Malattie gravi o croniche, inclusi cancro, ictus, dolore cronico o malattie cardiache -Alcuni farmaci, come quelli per la pressione alta o i sonniferi -Le differenze in alcune sostanze chimiche nel cervello possono contribuire ai sintomi della depressione -Le persone con bassa autostima, che sono facilmente sopraffatte dallo stress o che sono generalmente pessimiste, sembrano avere maggiori probabilità di sperimentarla -La continua esposizione alla violenza, l’abbandono, l’abuso o la povertà possono rendere alcune persone più vulnerabili In ogni caso, la depressione è tra i più curabili dei disturbi mentali. Tra l’80% e il 90% delle persone depresse alla fine risponde bene al trattamento a cui si sottopone. Quasi tutti i pazienti ottengono un certo sollievo dai loro sintomi, che si verificano per la maggior parte della giornata, quasi ogni giorno. Questi ultimi possono variare da lievi a gravi e possono includere: Sensazione di tristezza, o avere uno stato d’animo depresso Scatti d’ira, irritabilità o frustrazione, anche su questioni di poca importanza Perdita di interesse o piacere nelle attività una volta godute Ridotto appetito e perdita di peso o aumento dell’appetito e aumento di peso Ansia, agitazione o irrequietezza Disturbi del sonno, compresa l’insonnia o dormire troppo Perdita di energia o aumento della fatica Sensazione di inutilità o colpevolezza Difficoltà a pensare, concentrarsi, prendere decisioni e ricordare le cose Pensieri frequenti di morte o suicidio Problemi fisici inspiegabili, come mal di schiena o mal di testa (I sintomi devono durare almeno due settimane per una diagnosi) La depressione colpisce circa 1 adulto su 15 (6,7%) in un anno. Invece, 1 persona su 6 (16,6%) avrà a che fare con la depressione in qualche momento della propria vita. Infatti, può colpire in qualsiasi momento, ma in media compare per la prima volta alla fine dell’adolescenza (a circa 20 anni). Le donne sono più propense degli uomini a sperimentare la depressione. Alcuni studi dimostrano che un terzo delle donne sperimenterà un episodio depressivo maggiore nella loro vita. Come abbiamo detto in precedenza, questo disturbo è diverso dalla tristezza. Ma lo è anche dal dolore o lutto. La morte di una persona cara, la perdita di un lavoro o la fine di una relazione sono esperienze difficili per una persona da sopportare. È normale che si sviluppino sentimenti di tristezza o dolore in risposta a tali situazioni. Coloro che sperimentano la perdita spesso vengono definiti (o si definiscono loro stessi) come “depressi”. Ma essere tristi non è come avere la depressione. Il processo di lutto è naturale e unico per ogni individuo e condivide alcune delle stesse caratteristiche della depressione. Sia il lutto che la depressione possono comportare un’intensa tristezza e il ritiro dalle normali attività. Sono anche diversi in modi importanti: Nel dolore, i sentimenti dolorosi arrivano a ondate, spesso mescolati a ricordi positivi del defunto. Nella maggiore depressione, umore e/o interesse sono diminuiti per la maggior parte delle due settimane. Nel dolore, l’autostima è generalmente mantenuta. Nella depressione, i sentimenti di inutilità e disgusto di sé sono comuni. Per alcune persone, le esperienze che abbiamo elencato prima (morte di una persona cara, la perdita del lavoro o essere vittima di un attacco fisico o di un grave disastro) possono comunque portarle alla depressione. Quando il dolore e la depressione coesistono, il primo è più grave e dura più a lungo rispetto al dolore senza la depressione. Nonostante qualche sovrapposizione tra dolore e depressione, abbiamo capito che sono diversi. Distinguerli tra di loro può aiutare le persone a ottenere l’aiuto, il supporto o il trattamento di cui hanno bisogno. La depressione può colpire chiunque, persino una persona che sembra vivere in circostanze relativamente ideali.   Non esiste un modo sicuro per prevenirla. Tuttavia, i consigli seguenti potrebbero essere utili in modo da bloccarla al principio. -Adottare misure per controllare lo stress, aumentare la capacità di recupero e l’autostima. -Rivolgersi a parenti e amici, specialmente in tempi di crisi, in modo che possano aiutare a superare periodi di difficoltà. -Ottenere il trattamento al primo segnale di un problema per aiutare a prevenire la depressione dal peggioramento. -Prendere in considerazione un trattamento di mantenimento a lungo termine per aiutare a prevenire una ricaduta dei sintomi.   La maggior parte degli antidepressivi moderni ha un effetto sui trasmettitori chimici del cervello (serotonina e noradrenalina), che trasmettono messaggi tra le cellule cerebrali – si pensa che questo sia il modo in cui i farmaci agiscono per una depressione

Come aumentare la propria autostima

L’autostima è il prodotto del pensiero, che nasce dalla mente da elementi che interagiscono tra loro. Nel corso della vita può aumentare o diminuire in base alle esperienze personali di ogni singolo individuo. Le persone con bassa autostima tendono a vedere il mondo come un luogo ostile e se stessi come vittima. Di conseguenza, sono riluttanti ad esprimersi e ad affermarsi, a perdere esperienze e opportunità e a sentirsi impotenti di cambiare le cose. Tutto ciò abbassa ancora di più la loro autostima. Se fossero sicuri che il resto delle persone le veda in un modo completamente positivo molte meno persone avrebbero dubbi su se stessi e una bassa autostima. Per questo motivo le relazioni che si creano sono fondamentali. Di seguito è riportato un elenco di pilastri portanti che è anche una guida pratica che ti spiega passo-passo come migliorare la tua autostima e sentirti quindi una persona migliore. Molti consigliano di eseguire questi passaggi come “dose giornaliera” se si desidera aumentare la fiducia, la capacità di recupero, la speranza e l’autostima: Vivere consapevolmente Sii consapevole e protagonista delle tue azioni e delle relazioni con gli altri, delle riflessioni insicure e anche delle priorità personali. Prenderai atto in questo modo anche delle cose che non vanno. L’autoaccettazione Stai dalla tua parte. Accetta le parti migliori e peggiori di te e anche le parti rinnegate di te stesso. Se non lo farai, nessun cambiamento avrà una base sicura e sarà vano e inutile. Rappresenta un sano egoismo, valorizzarsi. Molte persone rifiutano loro stesse così profondamente che non riescono addirittura a cominciare un lavoro di crescita. Mettiti davanti allo specchio e impara a conoscerti. La responsabilità personale Ciò implica la consapevolezza che sei responsabile delle tue scelte e azioni. Definire chiaramente i propri obiettivi aiuta nella crescita dell’autostima. L’auto-assertività Agisci il più possibile per le tue reali convinzioni e sentimenti. Credi fermamente nelle tue idee e portale avanti. La pratica dell’integrità personale Non compensare i tuoi ideali, convinzioni e comportamenti per un risultato che porta all’incongruenza. Quando i tuoi comportamenti sono congruenti con i tuoi ideali, apparirà l’integrità. Una cosa fondamentale da fare per accrescere la tua autostima è quella di eliminare TUTTE le persone che ti fanno del male. Queste, infatti, non ti aiutano e non aiutano neanche la tua autostima. Anche se non te ne accorgi, portano soltanto energie negative che arrivano ad influenzare te stesso. Molto spesso le prime persone che hanno questo atteggiamento sono proprio i familiari o gli amici, persone che di solito si pensa siano i primi a sostenere te e le tue scelte. Questo non significa doversi estraniare dal resto del mondo, no di certo. Bisogna distinguere il bene dal male e scegliere di conseguenza: è questo che differenzia la persone con una bassa autostima da quelle con bassa autostima. Se vogliamo sentirci bene con noi stessi, dobbiamo fare cose che in realtà ci fanno sentire orgogliosi, compiuti, apprezzati, rispettati o responsabilizzati, o prendere provvedimenti che ci facciano sentire che stiamo facendo passi avanti verso i nostri obiettivi. Altri 5 passi per fare in modo che la tua autostima aumenti. 1. Evita le affermazioni generiche positive. Le affermazioni positive sono come le calorie vuote. Puoi dirti che sei bello/a, intelligente, simpatico/a ma se non ci credi davvero, la tua mente rifiuterà l’affermazione e ti farà sentire peggio di conseguenza. Le affermazioni funzionano solo quando rientrano nel campo della credibilità, e per le persone con bassa autostima, di solito non lo fanno. 2. Identifica le tue aree di forza o competenza. Per iniziare a costruire la tua autostima devi identificare in cosa sei bravo, cosa fai bene o cosa apprezzano le altre persone. Può essere qualcosa di piccolo, un piccolo passo nella giusta direzione, ma deve essere qualcosa. Un esempio: se John fosse stato un campione di videogiochi, questo avrebbe potuto dare una svolta alla sua vita. Ma non era così dedicato. Di conseguenza, le ore trascorse giocando non fornivano alla sua autostima alcun nutrimento emotivo. 3. Dimostra abilità. Una volta identificata un’area di forza, trova i modi per dimostrarlo. Se sai giocare bene a pallavolo, calcio, basket o quello che sia, unisciti ad una squadra e vinci il campionato. Se sei un bravo scrittore, pubblica un saggio su un blog. Se sei un buon pianificatore, organizza la riunione di famiglia. Impegnati nelle cose che fai bene. 4. Impara a tollerare i complimenti. Quando la nostra autostima è bassa diventiamo resistenti alle cose positive che ci vengono dette. (Vedi perché alcune persone odiano i complimenti). Lavora per accettare i complimenti con grazia (un semplice “grazie” è sufficiente). Per quanto possa sembrare difficile, specialmente all’inizio, essere in grado di ricevere complimenti è molto importante per coloro che cercano di aumentare la propria autostima. 5. Autoaffermazione. Una volta dimostrata la tua abilità, concediti di sentirti bene, orgoglioso, soddisfatto o soddisfatto di te stesso. Le affermazioni di sé sono messaggi positivi appositamente creati che possiamo darci in base ai nostri veri punti di forza (ad esempio, sono un cuoco fantastico). Realizza che non è arrogante sentirsi orgogliosi delle cose in cui sei veramente bravo, qualunque esse siano, come quando la tua autostima è bassa, ogni grammo di nutrimento emotivo aiuta. Bisogna comprendere ovviamente la differenza tra orgoglio e arroganza. L’autostima non è alimentata dalla speranza – “Avrò successo ogni giorno ora” – o da false credenze – “Sono il più grande”. È alimentata da autentiche esperienze di competenza e abilità e da complimenti meritati. Se hai carenza di questi elementi nella tua vita, agisci in modo da portarli nelle tue esperienze quotidiane dimostrando le tue abilità e aprendoti a delle valutazioni positive (da parte di te stesso e dagli altri) una volta fatto.

Ansia e attacchi di panico: cosa sono

Quando pensiamo, ripensiamo e ripensiamo, siamo in balìa del cosiddetto “rimurginio”: un pensiero permanente che si forma nella nostra mente. Questo pensare continuo porta dei danni fisici come il mal di testa, la tensione muscolare, l’insonnia e l’ansia stessa. Quando arriva l’ansia sentiamo in noi un forte senso di inquietudine, di angoscia, di qualcosa di non risolto. Iniziamo a stare in allerta senza un motivo ben definito. Tendiamo ad ingigantire la situazione, a pensare al peggio, alla catastrofe che potrebbe accadere. Purtroppo una forte ansia può portare a quelli che vengono chiamati “attacchi di panico”, che raggiungono il loro picco in pochi minuti. I sintomi più comuni sono: palpitazioni, battito cardiaco accelerato, sudorazione, tremolio, sensazioni di mancanza di respiro o soffocamento, dolore al petto. Gli attacchi di panico sono estremamente sgradevoli e possono essere molto spaventosi. Di conseguenza, le persone che hanno provato quella sensazione, si preoccupano spesso di doverla provare di nuovo. Infatti, un gran numero di persone evita, del tutto o in parte, i luoghi, le situazioni e i contesti in cui ha avuto un attacco di panico. Così facendo però, riducono soltanto il loro spazio vitale e, al contrario, la loro paura continuerà ad aumentare. Bisogna rompere il rapporto tra attacco di panico e luoghi/situazioni/contesti temuti. Una cosa da fare è cercare di creare una visione più realistica della situazione e di esporsi a quel determinato luogo o a quel contesto in maniera graduale.

Il counseling

La psicologia del counseling può essere definita come un campo di psicologia professionale che presta attenzione alle “preoccupazioni emotive, sociali, professionali, educative, legate alla salute, allo sviluppo e organizzative” che normalmente hanno un impatto sulla nostra vita quotidiana. In tutte le fasi dello sviluppo, dall’infanzia alla vecchiaia, la psicologia del counseling è composta da pratiche realizzate per affrontare i problemi di adattamento scolastico, le transizioni di vita, le difficoltà nelle relazioni, i deficit di apprendimento, la gestione dello stress, le questioni organizzative e le mosse di carriera. Con la sua attenzione sia ai normali problemi di sviluppo che ai problemi associati a disturbi fisici, emotivi e mentali, la specializzazione mantiene una prospettiva unica nelle aree più vaste della psicologia basate sulla pratica. Gli psicologi del counseling si occupano di persone di tutte le età e di qualsiasi  background culturale, in contesti individuali e di gruppo. Si consultano regolarmente anche con organizzazioni che cercano di migliorare la loro efficacia o il benessere dei loro membri. Gli interventi utilizzati dagli psicologi del counseling possono essere sia a breve che a lungo termine; sono spesso problem-specific e goal-directed. Queste attività sono guidate da una filosofia che valorizza le differenze individuali e la diversità e un focus sulla prevenzione, lo sviluppo e l’adeguamento nel corso della vita.  

Cos’è la psicologia sociale e perché è importante

La psicologia sociale è una disciplina che si basa sul metodo scientifico per arrivare a determinate teorie. Riguarda la comprensione del comportamento di un individuo in un contesto sociale e ricerca su come gli elementi di incoerenza tra atteggiamenti e comportamento di una persona possano modificare gli atteggiamenti della stessa. Il comportamento, i pensieri e i sentimenti umani vengono fortemente influenzati dalla presenza oggettiva, immaginata o implicita degli altri e la psicologia sociale studia proprio questo. Gli psicologi sociali si occupano quindi dei fattori che ci portano a comportarci in un certo modo in presenza degli altri, e osservano le condizioni in cui si verificano determinati comportamenti o azioni, e sentimenti. La psicologia sociale ha a che fare con il modo in cui questi sentimenti, pensieri, convinzioni, intenzioni e obiettivi sono costruiti e come tali fattori psicologici, a loro volta, influenzano il modo di comportarsi con gli altri. Gli argomenti trattati nella psicologia sociale comprendono: il concetto di sé, cognizione sociale, teoria dell’attribuzione, influenza sociale, processi di gruppo, pregiudizio e discriminazione, processi interpersonali, aggressività, atteggiamenti e stereotipi. Aristotele credeva che gli esseri umani fossero naturalmente socievoli, una necessità che ci permettesse di vivere insieme (un approccio centrato sull’individuo), mentre Platone sentiva che lo stato controllava l’individuo e incoraggiava la responsabilità sociale attraverso il contesto sociale (un approccio socio-centrato). Hegel introdusse il concetto che la società ha inevitabili collegamenti con lo sviluppo della mente sociale. Ciò ha portato all’idea di una mente di gruppo, importante nello studio di questa psicologia. Lazarus e Steinthal scrissero sulle influenze anglo-europee nel 1860. Nacque il “Volkerpsychologie”, che si focalizzava sull’idea di una mente collettiva. Enfatizzò l’idea che la personalità si sviluppa a causa di influenze culturali e comunitarie, specialmente attraverso il linguaggio, che è sia un prodotto sociale della comunità sia un mezzo per incoraggiare un particolare pensiero sociale nell’individuo. I testi incentrati sulla psicologia sociale sono emersi per la prima volta all’inizio del XX secolo. Il primo libro degno di nota in inglese fu pubblicato da McDougall nel 1908 (Introduzione alla psicologia sociale), che comprendeva capitoli su emozioni e sentimenti, moralità, carattere e religione, molto diversi da quelli incorporati nel campo oggi. Credeva che il comportamento sociale fosse innato / istintivo e quindi individuale, quindi la sua scelta di argomenti. Questa convinzione non è il principio sostenuto nella moderna psicologia sociale, comunque. Il lavoro di Allport (1924) è alla base del pensiero attuale in misura maggiore, poiché riconosce che il comportamento sociale deriva dalle interazioni tra le persone. Prese anche un approccio metodologico, discutendo la ricerca vera e sottolineando che il campo era una “scienza … che studia il comportamento dell’individuo in quanto il suo comportamento stimola altri individui, o è di per sé una reazione a questo comportamento” . Il suo libro trattava anche argomenti ancora oggi evidenti, come l’emozione, la conformità e gli effetti di un pubblico sugli altri. Il primo manuale sulla psicologia sociale è stato pubblicato da Murchison nel 1935.

Cos’è la psicologia

Il termine psicologia deriva dal greco “ψυχή”, ossia “anima” e da “-λογία” cioè “-logia” (discorso). La psicologia, quindi, è lo studio dell’anima. È lo studio di tutti gli aspetti del comportamento e dei processi mentali. Comprende argomenti come il funzionamento del cervello, l’organizzazione la nostra memoria, come le persone interagiscono in gruppi e come i bambini apprendono il mondo. A causa della sua ampiezza, praticamente tutti possono trovare qualcosa in psicologia che possa essere di loro interesse. La psicologia ha legami con le scienze naturali, le scienze sociali e le arti. Esistono diversi tipi di psicologia che servono per cose diverse. I più comuni sono sicuramente questi: Psicologia clinica La psicologia clinica integra la scienza, la teoria e la pratica al fine di comprendere, prevedere e alleviare i problemi con aggiustamento, disabilità e disagio. Promuove l’adattamento e lo sviluppo personale. Uno psicologo clinico si concentra sugli aspetti intellettuali, emotivi, biologici, psicologici, sociali e comportamentali delle prestazioni umane durante la vita di una persona, attraverso culture diverse e livelli socioeconomici. La psicologia clinica può aiutarci a capire, prevenire e alleviare sofferenze o disfunzioni causate psicologicamente, e aumentare il benessere e lo sviluppo personale di una persona. La valutazione psicologica e la psicoterapia sono fondamentali per la pratica della psicologia clinica, ma gli psicologi clinici sono spesso coinvolti anche nella ricerca, nella formazione, nelle testimonianze forensi e in altre aree. Psicologia cognitiva La psicologia cognitiva indaga i processi mentali interni, come la risoluzione dei problemi, la memoria, l’apprendimento e il linguaggio. Guarda come la gente pensa, percepisce, comunica, ricorda e apprende. È strettamente correlato alla neuroscienza, alla filosofia e alla linguistica. Gli psicologi cognitivi studiano il modo in cui le persone acquisiscono, elaborano e archiviano informazioni. Le applicazioni pratiche comprendono come migliorare la memoria, aumentare l’accuratezza del processo decisionale o come impostare programmi educativi per migliorare l’apprendimento. Psicologia dello sviluppo Questo è lo studio scientifico dei cambiamenti psicologici sistematici che una persona sperimenta nel corso della vita, spesso indicata come sviluppo umano. Si concentra non solo su neonati e bambini piccoli ma anche su adolescenti, adulti e anziani. I fattori includono abilità motorie, problem solving, comprensione morale, acquisizione di linguaggio, emozioni, personalità, concetto di sé e formazione dell’identità. Osserva anche le strutture mentali innate contro l’apprendimento attraverso l’esperienza, o come le caratteristiche di una persona interagiscono con i fattori ambientali e come questo influisce sullo sviluppo. La psicologia dello sviluppo si sovrappone a campi come la linguistica. Psicologia evolutiva La psicologia evolutiva guarda a come il comportamento umano, per esempio il linguaggio, è stato influenzato da aggiustamenti psicologici durante l’evoluzione. Uno psicologo evoluzionista ritiene che molti tratti psicologici umani siano adattativi in ​​quanto ci hanno permesso di sopravvivere per migliaia di anni. Psicologia forense La psicologia forense implica l’applicazione della psicologia alle indagini criminali e alla legge. Uno psicologo forense pratica la psicologia come una scienza all’interno del sistema di giustizia penale e dei tribunali civili. Si tratta di valutare i fattori psicologici che potrebbero influenzare un caso o un comportamento e presentare i risultati in tribunale. Psicologia della salute La psicologia della salute è anche chiamata medicina comportamentale o psicologia medica. Osserva come il comportamento, la biologia e il contesto sociale influenzano la malattia e la salute. Un medico spesso guarda prima alle cause biologiche di una malattia, ma uno psicologo della salute si concentrerà sull’intera persona e su ciò che influenza il loro stato di salute. Ciò può includere il loro status socioeconomico, l’istruzione e il contesto e i comportamenti che possono avere un impatto sulla malattia, come la conformità con le istruzioni e i farmaci. Gli psicologi della salute di solito lavorano insieme ad altri professionisti del settore medico in contesti clinici. Neuropsicologia La neuropsicologia esamina la struttura e la funzione del cervello in relazione ai comportamenti e ai processi psicologici. Una neuropsicologia può essere coinvolta se una condizione comporta lesioni nel cervello e valutazioni che coinvolgono la registrazione dell’attività elettrica nel cervello. Una valutazione neuropsicologica viene utilizzata per determinare se una persona è suscettibile di sperimentare problemi comportamentali in seguito a lesioni cerebrali sospette o diagnosticate, come un ictus. I risultati possono consentire a un medico di fornire un trattamento che può aiutare l’individuo a raggiungere possibili miglioramenti nel danno cognitivo che si è verificato. Psicologia del lavoro In un ambiente aziendale, uno psicologo può contribuire ad aumentare la produttività e migliorare la fidelizzazione dei dipendenti. Psicologi occupazionali o organizzativi sono coinvolti nel valutare e formulare raccomandazioni sulle prestazioni delle persone al lavoro e in formazione. Aiutano le aziende a trovare modi più efficaci per funzionare e a capire come le persone e i gruppi si comportano al lavoro. Queste informazioni possono aiutare a migliorare l’efficacia, l’efficienza, la soddisfazione sul lavoro e la fidelizzazione dei dipendenti. Psicologia sociale La psicologia sociale utilizza metodi scientifici per capire in che modo le influenze sociali influiscono sul comportamento umano. Cerca di spiegare in che modo sentimenti, comportamenti e pensieri sono influenzati dalla presenza reale, immaginata o implicita di altre persone. Uno psicologo sociale guarda al comportamento di gruppo, alla percezione sociale, al comportamento non verbale, al conformismo, all’aggressività, al pregiudizio

Come mantenere alta l’attenzione mentre si è a lavoro

Si sa, mentre si lavora il livello di attenzione tende a diminuire, soprattutto quando l’incarico che ci assegnano ci sembra di una noia mortale. Mentre dovremmo svolgere il nostro compito, semplicemente, ci distraiamo. La nostra mente diventa un via vai continuo di pensieri confusi che si scontrano tra loro, preoccupazioni e ansie. Pensiamo a quello che dovremmo fare dopo a casa, o magari ad una cosa successa qualche ora prima che ci ha turbato un po’. Morale, tutti finiamo con il maledirci perché non siamo arrivati nemmeno alla metà di quell’obiettivo che ci eravamo prefissati. Per risolvere questo fastidioso problema, c’è una soluzione: la Consapevolezza. Questa tecnica proviene dall’antica tradizione Buddhista. Da alcune ricerche scientifiche, si è scoperto che sia capace di combattere l’ansia, curare le malattie del cuore, la pressione bassa e migliorare il sonno. Consiste nel concentrarsi sul momento che state vivendo, senza pensare al passato o al futuro. Solo al presente e a quello che state facendo in quel momento. In questo modo, il vostro focus, la vostra attenzione migliorerà sempre più, permettendovi di saper lavorare anche sotto stress. A questo punto direte: “Wow! Voglio assolutamente provarla!”. Purtroppo, non è così facile come sembra. Ci sono 5 regole che dovrete integrare nella vostra quotidianità: Organizzare per priorità i vostri compiti e progetti per il giorno successivo Prima di tornare a casa, prendetevi un paio di minuti per vedere cosa siete riusciti a realizzare e ciò che è rimasto per il giorno successivo. Cercate di organizzare le cose da fare con questi tre criteri: priorità, livello di attenzione richiesto e quanto tempo ogni attività avrà. Inizierete con le cose più importanti, per poi passare a quelle di media importanza e infine a quelle meno impegnative. In questo modo sarete sicuri che abbiate fatto tutto quello che c’era di importante e vi sentirete più rilassati a fine giornata. Iniziare la giornata con la meditazione Molte volte si arriva al lavoro, ma non si è realmente presenti. Il traffico è stato terribile, avete avuto una discussione con il vostro partner, il vostro bambino è malato, il banchiere ha cercato di chiamare tre volte. Praticando solo 10 minuti di meditazione ogni mattina può aiutare a ritrovare l’attenzione e la calma. Fate una playlist di alcune canzoni tranquille e rilassanti, trovate una stanza tranquilla, sedetevi su una sedia comoda, chiudete gli occhi, respirate con calma, e rilassatevi. Fate un ordine dei vostri pensieri. Concentrarsi su un’attività alla volta Molte persone vedono la capacità di multitasking come una benedizione, o addirittura requisito nel posto di lavoro di oggi. Ma la verità è che il multitasking è una farsa: la gente non può realmente concentrarsi su più cose contemporaneamente. Che cosa si sta effettivamente facendo è lo svolgimento di più attività in rapida successione. Potrebbe sembrare che funzioni, ma gli studi dimostrano che può costare fino al 40 per cento del tempo produttivo di qualcuno. Cercate di lavorare su un solo compito alla volta. Creare un ambiente privo di distrazioni Se è possibile, disattivate le notifiche su tutti i dispositivi. Anche se è difficile, questo cambiamento farà miracoli per la vostra produttività. Create una playlist con canzoni in grado di calmarvi e farvi concentrare. Scegliete degli auricolari, preferibilmente quelli con cancellazione del rumore. Infine, evitate i social network mentre state lavorando. se si perde la concentrazione? fermarsi e scrivere Ricevete una telefonata sgradevole da uno dei vostri clienti e vi sentite scossi. Avete ancora un sacco di lavoro da fare, ma non riuscite a concentrarvi. Prendetevi qualche minuto e scrivete come vi sentite in quel momento. Diventare più consapevoli delle proprie emozioni e come si presentano può aiutare a essere più flessibili e resilienti di fronte a situazioni difficili. La Consapevolezza sul lavoro non solo vi aiuterà a rimanere sani e a sentirvi meglio; aumenterà la vostra produttività e vi aiuterà ad ottenere migliori risultati.